Anni ’80: nasce la bilateralità moderna nell’artigianato
Negli anni Ottanta prende forma uno dei pilastri del sistema di relazioni industriali italiano nel settore artigiano: la bilateralità. Un decennio di intense negoziazioni tra le parti sociali, con il supporto istituzionale, segna il passaggio da una rappresentanza conflittuale a una logica mutualistica e cooperativa.
Il punto di svolta arriva con l’Accordo Interconfederale del 21 dicembre 1983, che sancisce la ricomposizione tra le organizzazioni datoriali dell’artigianato. L’intesa introduce un sistema duale di rappresentanza per le imprese con almeno otto dipendenti e pone le basi per un nuovo modello territoriale fondato sugli Enti Bilaterali.
Nel 1985, il settore della ceramica in Veneto sperimenta un’innovazione significativa: nasce il FALAC, un fondo finanziato da imprese e lavoratori per sostenere i dipendenti sospesi, precorrendo i meccanismi di tutela della disoccupazione. È un esempio concreto di welfare contrattuale, che anticipa l’Accordo Interconfederale del 21 luglio 1988.
Con l’Accordo Interconfederale del 27 febbraio 1987, vengono definite per la prima volta le funzioni strutturali degli Enti Bilaterali Regionali, incaricati di erogare prestazioni integrative nei casi previsti dai contratti collettivi – malattia, maternità, infortunio – e di promuovere la formazione. Il finanziamento è condiviso da imprese e lavoratori, ma senza trattenute in busta paga.
Il culmine dell’evoluzione arriva nel 1988, sotto la mediazione del Ministro del Lavoro Rino Formica (PSI, Governo De Mita), con il superamento del delegato d’impresa in favore del delegato sindacale di bacino, strumento pensato per prevenire e risolvere le controversie. Nasce così il Fondo Relazioni Sindacali.
A completare il quadro, l’istituzione del Fondo Regionale Intercategoriale per far fronte alle calamità naturali: un fondo di solidarietà per garantire reddito ai lavoratori in caso di sospensione dell’attività produttiva per cause di forza maggiore, finanziato con 10 ore annue di lavoro (ripartite tra imprese e dipendenti all’80%-20%).
In sintesi, gli anni ’80 rappresentano il decennio della progettazione e istituzionalizzazione della bilateralità nel settore artigiano italiano: una svolta che segna il passaggio da un sistema rigido a un modello partecipativo e solidale, fondato sulla corresponsabilità tra lavoratori e imprese.